Murtagh by Christopher Paolini

Murtagh by Christopher Paolini

autore:Christopher Paolini [Paolini, Christopher]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-10-19T12:00:00+00:00


III

La Torre di Selce

Le camere d’angolo che Bachel gli aveva assegnato a Urû’baen sarebbero state considerate un misero alloggio, ma per i criteri di un villaggio rustico e sperduto erano una sistemazione sontuosa. L’interno del tempio era in condizioni migliori rispetto all’esterno: i muri di pietra non presentavano tracce di muschio e licheni, i pavimenti erano lustri e non c’erano ragnatele a impigliarsi nei capelli.

Addossato a una parete c’era un caminetto di pietra; dalla parte opposta un letto a colonnine di noce nero, con coperte dall’aspetto pulito e un vello di pecora che odorava solo vagamente dell’animale da cui era stato ricavato. Accanto al letto un tavolino spoglio con una bugia di ferro che conteneva una candela spenta e, poco più in là, un semplice armadio. Al centro del pavimento troneggiava una pelle d’orso con la testa ancora attaccata.

Annessa alla camera c’era una piccola stanza da bagno dotata di un bacile di pietra, un vaso da notte di porcellana e un secchio d’acqua per le abluzioni. Non c’erano intarsi né stendardi sulle pareti dei due ambienti, ma il pavimento del bagno era composto da un mosaico di frammenti di vetro colorato che riproduceva gli stessi disegni ramificati che aveva visto nel resto del villaggio.

Lungo le due pareti dell’angolo esterno c’erano delle finestre chiuse. Murtagh controllò che non ci fosse nessuno nascosto da qualche parte, poi andò ad aprire le imposte.

Le sculture dragonesche che adornavano la parte superiore dell’edificio si estendevano su entrambi i lati di ogni finestra, con i musi sproporzionati che puntavano verso il basso come enormi modiglioni.

A est, le finestre affacciavano sul sagrato del tempio. Con sorprendente velocità ed efficienza, dallo slargo intorno alla fontana diroccata erano già stati sgomberati tavoli, bracieri, vassoi e pelli.

Castigo se ne stava accovacciato sul selciato, con gli occhi aperti e vigili. Quando vide Murtagh, fece guizzare la lingua come per assaggiare l’aria. Eccoti, finalmente.

Sì, tutto a posto. A un lato dell’ingresso che dava sul piazzale, Murtagh scorse due uomini dall’aria annoiata seduti accanto a un braciere acceso. Erano armati di lance e spade, ma dubitava che Bachel li avesse piazzati lì per fermare lui e Castigo, in caso avessero deciso di andarsene. Molto più probabile che il loro compito fosse osservare e informare la strega delle attività dei suoi ospiti.

Ospiti. Murtagh serrò le labbra.

Le guardie alzarono lo sguardo su di lui per un momento, poi tornarono a parlare tra loro.

Un momento, disse Murtagh a Castigo, quindi si spostò alle finestre esposte a nord. Non lontano dal tempio si ergeva la struttura affusolata che Bachel aveva chiamato Torre di Selce. Si stagliava alta e netta al chiaro di luna: una lancia di pietra sgrezzata, di un grigio vellutato, con archi simili a quelli di un campanile sotto il tetto a cupola. Murtagh ebbe l’impressione di udire un fievole mormorio di uccelli addormentati, ma forse era solo uno scherzo della sua immaginazione.

Oltre la torre c’erano alcune case e, strizzando gli occhi nel tenue bagliore lunare, scorse uno sprazzo dei terreni coltivati che si estendevano dietro la torre e il tempio.



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